L'evoluzione dei laser e delle fibre ottiche Radial® a doppio anello hanno rivoluzionato la chirurgia flebologica

Grazie alle tecniche laser endovascolari negli ultimi 15 anni si è avuta una rivoluzione in ambito chirurgico. La procedura laser mini invasiva nella malattia varicosa rappresenta una scelta elettiva, con una crescita esponenziale di interventi, oggi più di 300.000 casi/anno a livello mondiale.

 

Biolitec® è una introduce già nel 2000 la ELVeS – Endo Vein Laser System, una tecnica che sviluppa a vantaggio di pazienti e chirurghi. Nel 2006, la prima vera innovazione, a livello mondiale, porta all’evoluzione della tecnologia laser con la nuova lunghezza d’onda a 1470 nm assorbita esclusivamente in H2O e la prima fibra ottica a emissione a 360° RadialTM. Si è arrivati a ottenere non solo una tecnica elettiva ma una continua evoluzione che potesse divenire uno standard e punto di riferimento internazionale. Prima di questa data, i trattamenti laser endovenosi utilizzavano fibre ottiche con terminale standard piatto, laser a lunghezza d’onda differente che sfruttava il sangue come “generatore e trasmettitore” termico, per ottenere l’obliterazione delle pareti venose.

 

Con la nuova lunghezza d’onda a 1470 nm e le fibre ottiche Radial®, è stato possibile minimizzare gli effetti indesiderati ma nello stesso tempo si è ottenuto un elevatissimo tasso di occlusione. Da questo momento Biolitec® ha utilizzato esclusivamente la lunghezza d’onda 1470 nm e la tecnologia Radial® per il trattamento della malattia varicosa cronica, per la diffusione omogenea e costante dell’energia nel lume e nella parete della vena, ottenendo la chiusura della stessa, e una temperatura tra i 100° e i 120°C. Si evita così il rischio della perforazione della parete venosa (che si aveva con le vecchie fibre a terminale piatto) e l’associata infiammazione termica del tessuto perivenoso, andando a eliminare tutti gli effetti collaterali precedentemente dati dalla vecchia tecnica. 

 

La volontà di non fermarsi e la continua Ricerca & Sviluppo ci porta nel 2007, all’introduzione della Radial 2ring un’innovazione che porterà la procedura endovenose agli attuali livelli di efficacia e affidabilità, una conferma di efficienza per i clinici. Il principio su cui si basa la fibra Radial 2ring è semplice: suddividere la potenza dell’energia laser su 2 anelli, distanziati di circa 6 mm. Erogando una potenza di 8 watt, dimezzandola sui due anelli, otterremmo 4 watt con una temperatura tissutale di 90°C, già con il primo anello. Il costante movimento di retrazione della fibra ottica permette alla vena la dispersione del calore. L’emissione laser del secondo anello porterà a un incremento della temperatura fino a 120°C, la completa e definitiva chiusura della parete venosa, mantenendo l’energia totale (LEED). Il secondo anello essenzialmente “chiude la porta dietro di sé”, annullando l’effetto di incollaggio e carbonizzazione della fibra alla parete venosa.


A garanzia della massima qualità ci siamo sempre posti elevati standard di sicurezza, scongiurando la perdita del terminale delle fibre ottiche radiali in vena. L’utilizzo di fibre ottiche di bassa qualità e non originali, possono esporre al rischio di distacco del terminale della fibra stessa, andando a inficiare l’intervento, obbligando il chirurgo a dover rimuovere chirurgicamente il segmento di fibra ottica distaccato.

 

Radial 2ring , con tecnologia Fusion® del terminale ottico, va a garantire la saldatura termica del cappuccio e permette di assorbire maggiori forze meccaniche di trazione e torsione. 


Da The Veins n1 – marzo 2019